“L’attività teatrale – spiega la professoressa Stellino – ha coinvolto alunni di età diverse, fortemente motivati dalla struggente storia di Ciaula e di tutti i personaggi. Si sono emozionati a tal punto da essere profondamente coinvolti nella contestualizzazione storica degli eventi raccontati”.
Dopo un’attenta lettura della novella di Pirandello “Ciaula scopre la luna” – spiega la prof. Stellino – , con gli alunni coinvolti nell’attività teatrale, è emersa con chiarezza la similitudine tra gli ambienti siciliani descritti nella novella e quelli canosini ben conosciuti dagli stessi ragazzi, spesso spontanei esploratori delle cavità e delle grotte caratteristiche della nostra città.
In particolare la scelta della novella “Ciaula scopre la luna” rientra nel ben più ampio spettacolo teatrale annuale che coinvolge tutta la nostra scuola, dal titolo “La voce della luna”: percorso coreografico – letterario che parte dall’antica Grecia con Luciano di Samosata e la sua “Storia vera”, passa per Ariosto e il suo Astolfo sulla luna, vola con la fantasia di Giulio Verne con il suo “Dalla terra alla luna”, fino all’allunaggio del 1969, di Armstrong e Aldrin (cinquantenario dell’evento).Le difficoltà non hanno riguardato tanto l’adattamento delle scene al contesto, quanto la selezione degli ambienti più suggestivi, quasi fermi al passato, che evocassero chiaramente gli effetti desiderati. L’estensione delle nostre cave di tufo è molto vasta, per cui abbiamo dovuto farci accompagnare da un esperto conoscitore dei luoghi, per evitare di smarrire qualche attore!
Provare la sensazione della claustrofobia e dell’oppressione causata dal buio e dagli spazi chiusi cangianti e misteriosi; fare esperienza della percezione corporea del duro, faticoso e soffocante lavoro dell’estrazione e trasporto del materiale tufaceo verso l’uscita, li ha impressionati e affascinati. Tutti i partecipanti si sono identificati con la figura di Ciaula commentando sul fatto che un lavoro così massacrante, ripetuto per anni, deformi qualsiasi corpo.
Trasferire nel ragazzo che interpreta Ciaula la forte emozione provocata dal primo consapevole avvistamento della luna, è stato per noi insegnanti molto coinvolgente. Abbiamo provato ad affidare alla spontaneità del ragazzo la reazione emotiva provocata dal misterioso scenario avvolto dal buio della sera, proprio mentre spuntava, enorme, la luna piena di quei giorni di febbraio (abbiamo appositamente atteso il plenilunio). Il ragazzo protagonista, messo di fronte a tale esperienza, ha realmente mostrato turbamento e quasi estasi, calandosi completamente nel personaggio e perdendo il senso del tempo e la percezione degli altri presenti (per farlo riprendere abbiamo dovuto ricorrere ad un fragoroso applauso). Quindi la luna lo aveva stregato!
L’impressione dei ragazzi è stata quella di sentirsi fisicamente coinvolti con tutte le parti del corpo. Con l’immersione nel luogo e con l’espediente dei movimenti ritmici, il nostro intento era quello di simulare il lavoro dei minatori e le sensazioni da loro provate con dei movimenti simbolici, ma significativi. Gli alunni sono stati aiutati in questo dal loro docente di musica che, costruendo una sequenza ritmica di base, ha creato l’effetto della ripetitività corale sia gestuale che sonora.
La nostra contaminazione col testo pirandelliano è finalizzata ad offrire una forma di riscatto al personaggio Ciaula, come simbolo di tutti i ragazzi sottomessi e sfruttati. L’immagine leggiadra e gioiosa del ragazzo che balla con la luna personificata, suscita un senso di innocenza e leggerezza, disegnato sulle note di un canto popolare siciliano.