fbpx

Scrittori in carrozza. Quando il treno affascinava i letterati

CONSIGLI DI LETTURA In un recente libro curato da Giovanni Capecchi e Maurizio Pistelli,Treni Letterari. Binari, ferrovie e stazioni in Italia tra ’800 e ’900, il racconto delle ferrovie nelle pagine di tante autori, da Pirandello a Sciascia

Un recente libro dedicato ai treni letterari, curato da Giovanni Capecchi e Maurizio Pistelli e pubblicato a Torino da Lindau, ci riporta alle pagine di tanti scrittori siciliani che col treno hanno avuto un rapporto stretto tanto da lasciare traccia in molte pagine delle loro opere.
Il viaggio in treno, si sa, ha sempre affascinato gli scrittori. I vagoni hanno sempre sedotto grandi autori e tanti sono i racconti e i riferimenti letterari.
In questo libro di oltre quattrocento pagine (Treni Letterari. Binari, ferrovie e stazioni in Italia tra ’800 e ’900) che consigliamo di leggere, Capecchi e Pistelli ci svelano il rapporto stretto tra il treno e letteratura. Viaggiare in treno piaceva a Luigi Pirandello, a Carducci, a Svevo. E piaceva anche ad Elsa Morante, Dino Buzzati. Per non parlare di Elio Vittorini e della sua Conversazione in Sicilia: “Mi parve – scrisse – ch’essere là non mi fosse indifferente, e fui contento d’esserci venuto, non esser rimasto a Siracusa, non aver ripreso il treno per l’Alta Italia, non aver ancora finito il mio viaggio. Questo era il più importante nell’esser là; non aver finito il mio viaggio; anzi, forse, averlo appena cominciato”.

E Sciascia, che viaggiava solo in treno anche quando raggiungeva l’amata Parigi: Sosteneva, il maestro di Regalpetra, che solo in treno percepiva il gusto del viaggio.
Come non ricordare i suoi racconti raccolti in Mare colore del vino, qualche detto di Occhio di capra, Gli zii di Sicilia e i suoi ricordi dello zolfo che dal suo paese, Racalmuto, partiva proprio in treno per raggiungere il porto empedoclino.
Per non parlare dei racconti di Andrea Camilleri – a partire dal Casellante – o dei suoi tanti ricordi legati al treno che da Porto Empedocle, la vera Vigàta di Montalbano, lo portava ad Agrigento e in tante altre città dell’isola.

“C’è un treno nella vita di ogni siciliano – ci dice oggi lo scrittore Gaetano Savatteri che diversi anni fa intervistò proprio Camilleri per quel libro dedicato al Viaggio in Sicilia per treni e stazioni con fotografie di Angelo Pitrone – Un treno perduto, un treno che li porta lontano o li fa tornare”.
Anche Antonio Russello, lo scrittore di Favara, in Siciliani prepotenti, nel racconto Il singhiozzo dei treni per i monti, di gusto pirandelliano, racconta uno strano personaggio, Don Carlo, che vive la sua vita saltando da un treno all’altro per segnarne i ritardi e farli notare a tutti passeggeri.

Questo libro – Treni Letterari. Binari, ferrovie e stazioni in Italia tra ’800 e ’900 – ci spiega anche alcuni aspetti “ferro-letterari” da angolature nuove e originali: i treni dei Malavoglia di Giovanni Verga, quelli fantastici di scrittrici come Anna Maria Ortese e la stessa Elsa Morante. E poi i treni turistici di Giovanni Capecchi.
Una lettura stimolante, per certi versi. Che ci fa viaggiare (in treno, naturalmente) dentro le passioni di tanti scrittori italiani. Di tanti autori, molti dei quali siciliani, legati alla “Strada degli scrittori”, che ci hanno lasciato il gusto del viaggio su rotaia. Come hanno fatto, prima della pandemia, i treni storici di Ferrovie Kaos che ci hanno condotto lentamente nel cuore dei luoghi degli scrittori fin dentro la Valle dei Templi.

Salvatore Picone