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INTERVISTA A SAVATTERI Màkari. L’investigatore per caso che già piace ai siciliani

Salvatore Picone conversa con Gaetano Savatteri, autore dei gialli con protagonista Saverio Lamanna da cui è tratta la serie televisiva in onda su Rai1 nei giorni 15,16, 22 e 29 marzo. Mi piace raccontare la Sicilia reale, con i suoi pregi e i suoi difetti”.

Màkari, tutti curiosi davanti la tv per la primissima puntata della serie che nasce dai racconti di Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore siciliano che ha radici, affetti e amicizie a Racalmuto, in provincia di Agrigento.
Dal grande lancio Rai – l’appuntamento è su RaiUno a partire dalle 21:25 nei giorni 15 e 16 marzo e poi 22 e 29 marzo – all’attenzione dei giornali, delle librerie e persino delle istituzioni siciliane.

La casa editrice Sellerio che pubblica i gialli di Savatteri, in questi giorni ha mandato in libreria, raccolti in volume, le Quattro indagini a Màkari da cui sono tratti i primi episodi prodotti da Palomar di Carlo Degli Esposti che sin da subito, mentre ancora lavorava ai film del commissario Montalbano, si è innamorato della Sicilia moderna raccontata da Gaetano Savatteri.

Sui social è un’esplosione di entusiasmo. L’investigatore nato dalla fantasia di Savatteri piace ai siciliani e non solo.
Tutti in attesa di vedere l’attore palermitano Claudio Gioè nei panni di Saverio Lamanna, il protagonista, un giornalista disoccupato che da Roma torna nella sua terra. Con lui la catanese Ester Pantano nei panni dell’affascinante Suleima. E poi c’è Peppe Piccionello, interpretato da Domenico Centamore: eccentrico, simpaticone con le sue magliette particolari e sempre in pantaloncini.

Abbiamo raggiunto al telefono Gaetano Savatteri. 

Ci siamo: il giorno della prima della fiction, diretta dal regista Michele Soavi, è arrivato. Che effetto ti fa?

È come quando ti nasce un figlio. Come sarà, a chi somiglierà? Poi lo vedi e rimani stupito, meravigliato. Così è quando scrivi storie con personaggi che, in un film, assumono un volto, un carattere – anche se gli attori di Màkari hanno perfettamente incarnato il carattere dei personaggi letterari. Quando un personaggio che hai inventato di sana pianta diventa reale senti lo stupore.

Gaetano Savatteri

Parliamo di luoghi. Rispetto alla serie di Montalbano, tu ambienti le storie in posti reali rispetto ad una Vigàta che aveva anche tanto di immaginario. Màkari, luogo che veramente esiste nel trapanese, è solo la partenza. Lamanna, il protagonista – lo sanno i tuoi lettori – è andato al Giardino della Kolymbethra, a Castelbuono…

Si muove, va in giro per la Sicilia. Le storie e i personaggi girano, come avviene nelle prime puntate, c’è un passaggio a Segesta. La mia idea è quella di raccontare una Sicilia reale, con nomi di luogi reali che conosco. E questo mi diverte molto.

Da qualche parte, recentemente, hai detto che ti piace pensare che con l’occasione di questa serie tv si veicoli l’immagine di una Sicilia differente, di una Sicilia dolce-amara, dove accanto all’immobilismo, c’è tanto dinamismo…

…naturalmente! Dove ci sono cose belle e cose brutte, quelle che funzionano e quelle che non funzionano. La Sicilia è questa e quella, ma è sempre Sicilia.

Tu sei stato, sin dalla prima edizione, docente del Master di scittura della Strada degli scrittori e di Treccani. Parole, racconti, incipit. Nelle pagine dei tuoi gialli ci sono molti dialoghi, la struttura stessa dei racconti sembra già sceneggiatura. Pensavi, quando hai iniziato, che un giorno potesse arrivare una produzione televisiva, un regista?

Sicuramente noi scriviamo con un linguaggio televisivo, cinematografico, avendo in mente il Cinema e la tv. Siamo scrittori di questo tempo di comunicazione veloce, di immagini e parole che prevalgono. Se rileggiamo i dialoghi su Whatsapp non sembrano pagine di sceneggiatura?  Questo tempo viviamo! Del resto la narrativa e la letteratura dell’Ottocento descrivevano nel dettaglio i vestiti delle persone, la stanza di un salotto. Avevano a disposizione solo la fotografia e quello descrivevano. Oggi la descrizione delle persone è più asciutta, e prevale, come dicevo, la comunicazione veloce tra persone.