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Sapori e parole di verità a tavola con Leonardo Sciascia

Un parabola ascendente, dal leggero al drammatico, lo spettacolo ideato da Marco Savatteri in occasione della cena letteraria dedicata a Leonardo Sciascia nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori, la kermesse promossa dal Distretto Turistico Valle dei templi che animerà il territorio agrigentino fino al prossimo 7 luglio.

Un autore impegnato, difficile da “portare a cena”. Eppure ieri sera a Racalmuto, nell’ambientazione offerta dal ristoratore Giuseppe Fabbella, un posto in cui il tempo sembra essersi fermato, a dare corpo e senso al menù sciasciano è stata la superlativa performance degli attori della Casa del Musical di Savatteri, con la partecipazione speciale del giovane attore romano Giuseppe Orsillo.

Partendo da un momento di leggerezza, con le citazione di alcuni frammenti del libro “Occhi di capra”, che indaga i misteri delle parole siciliane, fino all’emozionante brano tratto dal film “I cento passi”, Savatteri è riuscito a creare un climax di tensione calibrando le tematiche sciasciane con momenti di ilarità.

Toccante la drammatizzazione ispirata a “Il giorno della civetta”, con il racconto dell’omicidio di mafia in modo straniato e freddo che ha scosso per un attimo gli animi dei commensali. A regalare un momento di riso è stata invece la citazione di “Uomini, mezz’uomini, ominicchi e quaquaraquà” nella versione rivisitata, divertente e ripulita dall’ambiente mafioso. Applausi per gli attori Gloria Cacciatore, Gerlando Chianetta, Girolamo Randisi, Massimiliano Rizzo, Sabrina Spampinato e lo straordinario Giuseppe Orsillo.

“Abbiamo provato a raccontare la metafora della Sicilia come metafora del mondo, una Sicilia che ancora troppo spesso resta quella de Il giorno della civetta. Un mondo di umanità, di quaquaraquà, ma anche di sogni che Sciascia dipinge perfettamente con la sua opera sempre piena di potenza disarmante”, ci spiega il maestro Marco Savatteri.

La complessità dello spettacolo si unisce all’apparente semplicità del menù. Entrambe le componenti della cena hanno in realtà una caratteristica comune: la sostanza delle cose, l’essenza, la verità senza imbelletti.

Il menù è una sintesi della cucina racalmutese, ovvero dei piatti della tradizione rurale che caratterizza l’entroterra agrigentino. L’antipasto è una composizione rustica di panelle, frittata di carciofi, un tocchetto di stigliola, salame stagionato, ricotta fresca e olive cunzate, un trancio di pizza siciliana con pomodoro origano e acciuga. L’odore della campagna si sente bene nel macco di fave verdi aromatizzato al finocchietto servito prima della pasta con verdure dell’orto e le fave fresche. Dai sapori decisi invece il secondo a base di carne, il piatto forte: coniglio in agrodolce con pinoli ed uvetta e costolette di agnello. Il nero d’Avola della casa, qui, si sposa alla perfezione. Per dolce l’immancabile cannolo con la ricotta e i tipici taralli racalmutesi.

“L’obiettivo del Distretto Turistico Valle dei Templi – afferma Totò Collura, curatore delle cene letterarie del Festival, con la collaborazione di Elisa Carlisi – è quello di mettere a frutto le esperienze che possono nascere dalla Strada della Scrittori. Il format che abbiamo pensato, e reso vincente dagli spettacoli ideati e scritti da Marco Savatteri, esalta l’incontro con questi autori sotto tutti i profili”.

Sono intervenuti alla cena il sindaco Emilio Messana e l’assessore alla Cultura e al Turismo Salvatore Picone. Ha introdotto il fondatore della Strada degli Scrittori, Felice Cavallaro.

La prossima cena letteraria sarà dedicata al premio Nobel Luigi Pirandello, in programma il primo giugno ad Agrigento, presso Ginger People&Food in via Empedocle. Una cena-spettacolo che promette tante sorprese.