I “RISVOLTI” DELLA DOMENICA / “Gli asparagi du zzu Nanà”
Rubrica a cura di Salvatore Picone
La “Strada degli Scrittori” dedica lo spazio domenicale dei “risvolti di copertina” ad un amico, Maurilio Catalano, che se ne è andato venerdì 21 ottobre lasciando mille colori di Sicilia come eredità artistico-culturale di oltre cinquant’anni di grafica e pittura.
Nel 2009 pubblicò un delizioso libricino con Pungitopo, Gli asparagi du zzu Nanà, dedicato al suo rapporto d’amicizia con Leonardo Sciascia. Lo scrittore di Racalmuto frequentava la galleria “Arte al Borgo” che Catalano aveva fondato nel 1963 a Palermo assieme ad altri artisti. La considerava una specie di circolo di paese.
“Veniva quasi tutti i pomeriggi – ricordava Catalano, che prima della pandemia avevo sentito a telefono per organizzare a Racalmuto una sua collettiva che purtroppo non riuscimmo a realizzare – raccontava le storie del suo paese, organizzavano mostre, e spesso restavamo fino a cena con serate straordinarie a base di uova sode, pasta con le sarde e dolci di tutte le qualità”.
Il mondo culturale palermitano conosceva bene “Arte al Borgo”. E tante furono le iniziative promosse, soprattutto mostre di artisti come Guttuso, Maccari, Guccione, Pecoraino, Gazzaniga e tanti altri. Tutti, naturalmente, attratti da Sciascia che con Maurilio Catalano si divertiva a raccogliere asparagi. Come faceva quando era nell’amata campagna di contrada Noce, a Racalmuto. “In primavera – scrisse nel libro che è possibile trovare ancora in rete e in qualche biblioteca – gli asparagi coltivati cominciano a dare i primi germogli. Nanà, avendo saputo che a casa mia coltivavo gli asparagi, di tanto in tanto si informava a che punto fossero i germogli. Quando finalmente il momento era giunto si organizzava la raccolta. Veniva a casa mia, accompagnato sempre dall’avvocato Perna e dal giudice Nasca… Stava ore a raccogliere gli asparagi, aiutato da tutti noi. Diceva di raccoglierli, ricordando un vecchio detto racalmutese, a siccu a siccu tra le erbe… L’indomani, in galleria, ci raccontava come li aveva cucinati e quanto fossero buoni”.
Di Maurilio Catalano, uno degli ultimi testimoni di quel tempo, restano i ricordi e, soprattutto, le opere. Il blu del suo mare, la sua isola ricca di colori, continuerà a parlare di lui. Ce ne ricorderemo…
(S.P.)
È questa una raccolta (forse la prima) di ricordi di Maurilio Catalano, figura difficile da definire (professore d’accademia d’arte, artista, direttore di galleria e operatore culturale, figlio dell’illustre Eustachio, intimo amico e “segretario particolare” di Leonardo Sciascia). Certamente primo attore di “Arte al Borgo”, crocevia culturale in cui si sono trovati ad operare, in “tanti e passa” anni di attività, nomi di tutto rispetto, non solo della Cultura isolana, quanto di quella nazionale, che hanno lasciato, nel vissuto di Maurilio, tracce significative. Qui, aneddoti che incuriosiscono con la loro scavata naivetè, dettati da una memoria istintiva e presentati senza un disegno preordinato o intenzionale, rispondendo ad una popolare urgenza, tutta siciliana, di narrazione, che incanta e diletta.