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I “RISVOLTI” DELLA DOMENICA / “Lezioni di volo e di atterraggio”

Rubrica a cura di Salvatore Picone

I poeti, si sa, emozionano. E i moderni poeti sono anche i cantautori le cui canzoni sono vere poesie dell’età contemporanea. Ce ne sono tanti in Italia e nel mondo da ascoltare e da leggere. Roberto Vecchioni è uno di loro, uno dei padri storici della canzone d’autore in Italia. È stato professore di Greco e Latino per molti anni, e in diverse università italiane ha insegnato e ancora insegna “Forme di poesia in musica”. Da leggere senz’altro le sue poesie raccolte da Frassinelli nel 2007 in Di sogni e d’amore (2007).

Nel 2020 ha pubblicato Lezioni di volo e di atterraggio. Sempre per Einaudi ha pubblicato Viaggi del tempo immobile (1996), Le parole non le portano le cicogne (2000), Parole e canzoni (2002), Il libraio di Selinunte (2004 e, con una nuova prefazione in forma di racconto, 2007), Diario di un gatto con gli stivali(2006), Scacco a Dio (2009 e 2011), Il mercante di luce (2014), La vita che si ama. Storie di felicità (2016). Per Frassinelli è uscito il libro di poesie Di sogni e d’amore (2007). Nel 2011 ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone «Chiamami ancora amore».

Ecco il risvolto del libro. 

Lezioni di volo e di atterraggio è un viaggio fra i miti classici, che contengono già la verità del mondo, fra le parole del sacro e del profano, della poesia e della filosofia; il cantautore aiuta ad aprire altre porte senza fermarsi alla prima, a «non ripetere il risaputo», a sondare il possibile, a lanciarsi con l’immaginazione.

Le sue parole, sempre poetiche e pregnanti, ci spingono in alto, sopra il quotidiano, senza paura di perderci. «Un libro dal quale devi farti proprio portare. Un libro il cui piano di volo si lascia a sua volta assorbire da risucchi memoriali, salvo riprendere il filo rosso strutturale costituito da quelle specie di lezioni all’aria aperta, quasi a poter meglio respirare il senso della libertà di pensiero, nella volontà di stravolgere le idee preconfezionate, scomporre le apparenze, sondare le possibilità parallele e “guardar fuori, oltre, immaginando dove ha casa la speranza”» (Ermanno Paccagnini, «la Lettura – Corriere della Sera»).