Sebastiano Lo Monaco, il volto stanco di Ciampa
di Salvatore Picone
Con la scomparsa dell’attore e regista Sebastiano Lo Monaco la Sicilia perde uno dei suoi migliori interpreti del teatro antico e contemporaneo. Molto legato ad Agrigento, per anni ha condiviso con la Strada degli Scrittori la speranza del risveglio culturale delle “piazze” della Capitale della Cultura. Il direttore Felice Cavallaro: “Un dolore profondo”
Nel suo volto stanco pareva portasse il peso delle tante maschere pirandelliane che in tanti anni di teatro ha fatto girare in tutt’Italia. I suoi occhi, quella mattina del 9 novembre scorso, erano quelli di Ciampa e di Enrico IV. Ma c’era in quella stanza della sua bella casa romana di fronte Villa Torlonia, dove sono andato con il giornalista e direttore della Strada degli Scrittori Felice Cavallaro, un fascio di luce, proprio come in un palcoscenico, che per qualche momento riaccese sul suo volto la compostezza dei personaggi che lui, l’attore e regista Sebastiano Lo Monaco, ha amato e che ha regalato a generazioni di spettatori.
Era stanco, sì. Eppur felice di rivedere gli amici siciliani che con lui avevano condiviso anni di entusiasmi lungo la Strada degli Scrittori, all’ombra dei templi che amò tanto quanto il “suo” teatro greco di Siracusa. Anzi, come amò la Sicilia tutta percorrendola attraverso le pagine degli scrittori, a partire proprio da Luigi Pirandello.
Per Lo Monaco la Sicilia, del resto, non poteva non essere la scena ideale del suo teatro. Sosteneva che nelle sue vene, come nella gran parte dei siciliani, scorreva la linfa della commedia e della tragedia. E così, proprio come in una delle tragedie greche di cui è stato interprete, Sebastiano Lo Monaco se ne è andato oggi lasciando il ricordo di un grande Teatro fatto principalmente nella sua isola. Teatro siciliano oggi a lutto per la perdita dell’artista partito giovanissimo da Siracusa (era nato a Floridia il 18 settembre 1958) per approdare, dopo l’Accademia d’arte drammatica di Roma, allo Stabile di Torino dove ha lavorato per diversi anni accanto a Mario Missiroli.
Ma la Sicilia era il suo tutto. E perciò, producendo i suoi spettacoli, si è concentrato soprattutto sul dramma moderno di Pirandello e sul dramma antico e del mito di cui è stato protagonista, al teatro greco di Siracusa, delle importanti rappresentazioni classiche. Come nella opere di Sofocle, “L’Edipo Re”, o nei panni di Agamennone di Euripide.
Ma è con Pirandello che Sebastiano Lo Monaco raggiunge la vetta della carriera, percorrendo l’opera del drammaturgo agrigentino attraverso le opere più significative, dal “Berretto a Sonagli” a “L’uomo dal fiore in bocca”, da “Non si sa come” a “Enrico IV” al “Così è se vi pare”.
Personaggi pirandelliani a cui Lo Monaco ha prestato il volto con ironia, severità e leggerezza nello stesso tempo.
Percorso che nel 2019 lo ha portato a scrivere lo spettacolo “Io e Pirandello” dove lui attore, pirandellianamente, diventa personaggio, mescolando così il suo stesso male di vivere con quello dei volti del premio Nobel agrigentino.
Amore e passione per il Teatro che lo hanno portato – passando nel frattempo nei più prestigiosi Stabili d’Italia, ma anche in numerosi impegni tra cinema e televisione – ad Agrigento, dove ha diretto il teatro “Pirandello” per cinque anni, dal 2015 al 2020 (era stato anche direttore artistico del teatro di Noto e a Messina ha diretto l’Ente autonomo regionale del teatro). E ad Agrigento non poteva non passare dalla Valle del templi mettendo in scena, nel 2021 per i seicento anni dalla morte di Dante, “A riveder le stelle” con Aldo Cazzullo e, per la Strada degli Scrittori, “Dante in Sicilia” accanto a Felice Cavallaro che scrisse il testo proprio pensando a lui nei panni di Dante.
“Un dolore profondo segna l’assenza di un grande mattatore delle scene per il teatro italiano e per tutto ciò che ruota attorno alla Valle dei templi – dichiara Felice Cavallaro – dove resteranno indimenticabili le sue Albe, i suoi spettacoli, le diverse forme di intrattenimento applaudite anche nelle “piazze” della Strada degli Scrittori, da Regalpetra a Vigata, immagini letterarie che il grande Sebastiano ha provato con noi a rilanciare“.
Il suo teatro è stato anche impegno civile. Come quando portò in scena “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. «Sul palcoscenico passa la vita di ognuno di noi – ci aveva detto in uno dei tanti incontri ed eventi realizzati con la Strada degli Scrittori – il Teatro ci fa ragionare, ci fa pensare, ci fa riflettere. È una formula che nessuno è mai riuscito a sostituire, né la televisione, né tantomeno i social».
Sebastiano Lo Monaco è morto stamattina nella sua casa romana accanto alla mamma e al fratello. Dopo i funerali, che si svolgeranno a Roma, le sue spoglie riposeranno nella sua Floridia.
Ciao Sebastiano.
S. P.