Gaetano Aronica protagonista delle serie “Barbarians” su Netflix: “Anche da Agrigento si può essere competitivi”
L’attore agrigentino debutta oggi con la serie storica dedicata agli avvenimenti che culmineranno con la battaglia di Teutoburgo, lo scontro che arrestò l’espansionismo romano in Germania: “Sono l’unico attore italiano – dichiara l’attore agrigentino alla Strada degli scrittori -, la considero una vittoria di tutto il territorio”.
“Un evento incredibile. Essere uno dei protagonisti di questa imponente serie storica in cui si parla di Roma, dei destini dell’Impero e del mondo, mi riempie di orgoglio. Da attore italiano rappresento l’Italia e ne vado fiero”. Ha la voce commossa Gaetano Aronica, l’attore agrigentino che debutta oggi con “Barbarians”, la nuova serie Netflix ambientata durante la battaglia della foresta di Teutoburgo. C’è dunque anche lui, unico attore italiano, nello show che racconta un momento fondamentale nella storia dell’impero più potente del mondo antico. Sei episodi nel cui cospicuo cast figurano, oltre Gaetano Aronica (Varo) Jeanne Goursaud (Thipusnelda), Jeremy Miliker (Ansgar), Laurence Rupp (Arminuius), Bernhard Schutz (Segestes) ed Eva Verena Muller (Irmina).
“Quando ho fatto il provino – racconta l’attore – mi hanno preso subito. La serie è tutta girata in tedesco e latino antico. È l’esperienza più incredibile che mi è fin’ora capitata. E la considero una vittoria non solo mia, ma della città di Agrigento”.
In che senso? “Noi tutti abbiamo la classicità dentro. E poi permettetemi di dire che il mio latino è quello che ho imparato al liceo Empedocle, il liceo di mio padre. Posso dire che sono cresciuto a pane ed Empedocle. Ed è per questo che mi sento di rappresentare l’Italia, si, ma soprattutto il nostro territorio. Ricordo ancora quando, durante il provino, mi hanno detto di essere rimasti impressionati dal mio latino”.
Gaetano Aronica, tornato ad Agrigento per guidare la fondazione Teatro Pirandello, rimane fortemente legato alla sua città: “Ritengo che la presenza è importante per creare una struttura di formazione professionale. Agrigento, dal punto di vista teatrale, deve dire la sua e non essere colonizzata. La scorsa estate, dopo il Covid, siamo stati al centro dell’attenzione nazionale con un evento unico alla valle dei templi. Il nostro, purtroppo, è un territorio che ha ancora una parte sana che vuole essere protagonista. Per questo sogno un’Accademia di Arte drammatica ad Agrigento, un centro di studi mediterranei nella terra dei greci e di Pirandello. Naturalmente per essere qui ho rinunciato a tante cose, ma ne è valsa la pena”.
“La mia esperienza a Netflix con Barbarians – conclude – dimostra che anche da Agrigento si può essere competitivi. E penso che sia un messaggio positivo per i nostri ragazzi”.