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I “Sei personaggi” e la protesta del pubblico romano alla prima

Cento anni fa il tumultuoso debutto romano della commedia di Luigi Pirandello che segnò una tappa nella scena del Novecento

Sono passati cent’anni dal debutto tumultuoso del “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Era il 9 maggio del 1921 quando al Teatro Valle di Roma il pubblico gridò “Manicomio! Manicomio! – Buffone! Buffone!” al grande Pirandello che rischiò addirittura l’aggressione. Nessuno, al Valle di Roma, capì il tentativo di svelare il meccanismo e la magia della creazione artistica e il passaggio dalla persona al personaggio, dall’avere forma all’essere forma. Nessuno comprese la grandezza di Pirandello, l’eliminazione dello spazio artistico, la disintegrazione dello spazio teatrale. I “Sei personaggi”, del resto, è la prima opera della trilogia “Teatro nel teatro” che comprende anche “Ciascuno a suo modo” e “Questa sera si recita a soggetto”.

Dopo tre settimane di prove, quel 9 maggio di cento anni fa scoppiò, in quel teatro, il finimondo. Contro Pirandello. Raccontava l’attrice Vera Vergani, che recitava nel ruolo della Figliastra, di essere stata lei a fargli fermamente scudo con il proprio corpo e a bloccare gli scalmanati che stavano per abbattere la porta del camerino dove si erano rifugiati lo scrittore agrigentino e la figlia Lietta che poi fuggirono dalla porta di servizio.

E se a Roma successe quasi un tumulto, a Milano, sempre alla presenza di Pirandello, fu un trionfo. L’opera andò in scena al Teatro Manzoni. Era il 17 settembre dello stesso anno.