La tragica vicenda della baronessa di Carini: si ristabilisca la verità storica
di Felice Cavallaro
La Strada degli Scrittori, trasmettendo il 23 maggio la rubrica di Lino Buscemi “La Strada della Storia”, tutta dedicata alla amara vicenda della Baronessa di Carini Laura Lanza, ha acceso l’attenzione su questo clamoroso “femminicidio” consumato nel 1563, quando il termine era ben lontano dall’essere coniato. E basti pensare che il delitto d’onore vigeva in Italia fino ai nostri Anni Settanta.
Il professor Buscemi ha acceso i fari sulle reali motivazioni che “indussero” il padre di Laura, don Cesare Lanza principe di Trabia, a commettere il feroce duplice omicidio le cui vittime furono, appunto, la figlia e il giovane, suo amante, Ludovico Vernagallo.
Motivazioni in controtendenza con alcune sedimentate popolaresche menzogne o mezze verità di comodo. Una pagina di storia siciliana scritta con il sangue in seguito a un fatto realmente verificatosi il 4 dicembre 1563. Un tragico avvenimento che ancora oggi suscita passione e interesse in una parte non trascurabile di opinione pubblica. Con la rubrica della Strada degli Scrittori che tutti possiamo riascoltare (ecco il link ) abbiamo contribuito a ristabilire la verità storica su un caso tanto volte raccontato da libri, film e fiction tv.
Lo stimolo ha dato i suoi frutti. Registriamo un positivo riscontro nei commenti on line e anche negli ambienti della comunità scientifica. Inoltre, in maniera del tutto casuale, solo per una coincidenza temporale, una focalizzazione, potremmo dire una rievocazione, della drammatica vicenda che coinvolse Laura e il suo amato Ludovico è stata pubblicata, subito dopo la rubrica di Buscemi, dal settimanale “7” del Corriere della Sera (sul numero in edicola del 28 maggio 2021).
Su questa vera storia d’amore e non di corna, come si è fatto spesso credere, su questo atroce “femminicidio” maturato nel castello di Carini, a metà strada fra Palermo e il suo aeroporto, il Corriere ha infatti ripubblicato con evidenza un articolo del 9 agosto 2004 stilato da una firma storica del quotidiano, lo scrittore siciliano Giuseppe Bonaviri, dall’emblematico titolo: “La baronessa che forse non tradì, uccisa dal padre nel castello di Carini”.
Nel riproporre, aggiornandolo, il caso di questa giovane innocente baronessa abbiamo così soddisfatto una curiosità ancora viva, non solo in Sicilia. L’articolo di Bonaviri, ripubblicato dopo 17 anni, ne testimonia l’interesse.
Per completezza d’informazione e a beneficio di coloro, sempre più numerosi, che si connettono con la Strada degli Scrittori, pubblichiamo qui uno stralcio dell’articolo dell’indimenticato scrittore nato a Mineo, in provincia di Catania, apprezzato e sincero amico di Leonardo Sciascia. Per riflettere e, perché no, per dibattere con gli amici della “Strada”.
“Della povera baronessa di Carini, per molto tempo, si disse che, durante le notti buie, allora senza luce elettrica, il suo spirito appariva sotto forma di fantasma, in perenne inquietudine, nelle stanze del castello di Carini. Dolce, bianchissima fanciulla senza pace. Alcuni, fra i più sensibili, anche oggi dicono di vedere quel luminescente fantasma vagare per quel turrito, seppure in decadimento, maniero… Ma Laura Lanza, prima di essere promossa al rango di fantasma, fu una donna in carne e ossa, protagonista di una tragica vicenda di amore e morte”.
Giuseppe Bonaviri – Da “Corriere della Sera” del 9 agosto 2004