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Maresciallo Guazzelli, il futuro della memoria

Ricordato ieri ad Agrigento il sacrificio del maresciallo Giuliano Guazzelli, trent’anni dopo dell’uccisione per mano mafiosa. Evento al teatro “Pirandello” realizzato dell’Arma dei Carabinieri e dalla Strada degli scrittori con le musiche della Fanfara e i “racconti” di Felice Cavallaro e Mario Incudine

Una giornata carica di significati quella di ieri per la città di Agrigento che ha ricordato i trent’anni dalla tragica morte del maresciallo Giuliano Guazzelli, barbaramente ucciso dalla mafia il 4 aprile del 1992. Significativa la presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi che ha partecipato sia alla messa, celebrata in cattedrale dall’arcivescovo Damiano, sia alla deposizione della corona di allora nel luogo dove Guazzelli è stato ucciso. “Possiamo considerare il maresciallo un martire”, ha detto il generale Luzi.
In teatro, ieri sera, l’evento con cui si è tracciato, attraverso la musica, le parole e la memoria, quel filo che unisce tanti protagonisti della storia dell’agrigentino. Uomini come Guazzelli e Livatino, ma anche di importanti autori che hanno saputo raccontare vizi e virtù di una terra straordinaria e piena di contraddizioni.
Ed ecco la presenza sul palco della Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, diretta dal Maestro Luogotenente Paolo Mario Sena, che ha incantato il numeroso pubblico del bellissimo teatro “Pirandello”. Così come ha catturato l’attenzione il “racconto” su Giuliano Guazzelli e la Sicilia degli scrittori di Felice Cavallaro, direttore della “Strada degli scrittori”, e di Mario Incudine, tra i più noti artisti della Sicilia.
Cavallaro e Incudine, attraverso i tanti riferimenti ai luoghi, hanno raccontato, partendo da Guazzelli – ricordato sin all’inizio della manifestazione attraverso un breve e intenso video realizzato da Salvatore Picone – uomini che hanno dato tanto alla Sicilia e alla provincia di Agrigento, da Renato Candida, il comandante dei Carabinieri di Agrigento che negli anni Cinquanta scrisse un libro sulla mafia grazie a Leonardo Sciascia che a lui si ispirò per il personaggio del Capitano Bellodi del Giorno della civetta – a Rosario Livatino e a Pietro Carmina, il professore del liceo “Foscolo” di Canicattì, una delle povere vittime della strage di Ravanusa, la cui lettera indirizzata ai suoi studenti è stata ripresa anche dal presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno.
E ancora: il ricordo di Falcone e Borsellino, con cui Guazzelli ha collaborato, e del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che per sostenere Guazzelli venne a Palma di Montechiaro sottolineando la presenza dello Stato. Del Generale Dalla Chiesa è stato ricordato anche il suo passaggio da Agrigento e dal liceo “Empedocle” dove ha studiato. È riaffiorano, dagli archivi del liceo, lo stesso frequentato da Pirandello e Camilleri, la pagella del giovane Dalla Chiesa (che racconteremo nei prossimi giorni assieme al museo scolastico dell’Empedocle).
Un filo comune che lega tutto, fatti e vicende storiche, uomini delle istituzioni e intellettuali. Racconti che potranno attirare sempre più curiosi e viaggiatori, sostiene sempre Felice Cavallaro che a tutto questo ha dato un nome e un cognome, “Strada degli scrittori”.
Attorno a tutto questo ieri sera – alla presenza del Comandante interregionale Carabinieri Generale Riccardo Galletta, della moglie e della figlia del maresciallo Gauzzelli, del Comandante provinciale Colonnello Vittorio Stingo, del presidente della Regione Nello Musumeci e due dei suoi assessori, Gaetano Armao e Marco Zambuto, del sindaco Francesco Miccichè, dall’arcivescovo Alessandro Damiano, del presidente della Fondazione “Teatro Pirandello” Alessandro Patti e di altre autorità cittadine, compresi i sindaci della provincia e rappresentanti di istituti scolastici di Ravanusa, Canicattì e Agrigento – è stato ricordato il sacrificio di Giuliano Guazzelli che domani, 6 aprile, avrebbe compiuto 89 anni.

 

FOTO di G. Schicchi