Domenica 3 luglio presso il tempio di Giunone nella valle dei Templi di Agrigento la consegna dei premi dedicati al grande poeta siciliano
Quanto la poesia è presente nel nostro quotidiano o nella realtà dei giovanissimi?
I miei ricordi da studente sono intrisi di panico ed emozione. La poesia da imparare a memoria e poi recitare freddamente durante l’interrogazione scolastica con il terrore di dimenticarne i versi,senza dar calore o significato a ciò che veniva considerato un terribile supplizio. È vero, certe cose si apprezzano solo da adulti: Dante, Pascoli, Foscolo, Petrarca e…. Buttitta.
Sì, perché Ignazio Buttitta, non solo è un poeta ma è rimatore dialettale. Esprime, attraverso la sua poesia genuina, sincera, semplice, cruda nel linguaggio ma mai semplicistica, mai lineare ma sistemica nel suo impegno sociale, una logica complessa e d’insieme, consapevole che il poeta è uno spettatore lontano e impotente che guarda il tutto e grida attraverso i suoi versi parole che ahimè solo pochi ascoltano.
Si narra che Buttitta avesse difficoltà a dare il titolo alle proprie raccolte poetiche. Il titolo era una sintesi, la capacità di concentrare il significato d’un opera: “solo un cieco (parole di Buttitta) può avere questa capacità”. Eppure Sciascia aiutò Buttitta in questa attività, era forse cieco? Gli uomini guardano senza vedere, i ciechi vedono senza guardare. Sciascia ci vedeva più degli altri, come del resto lo stesso Camilleri disse di se stesso quando perse la vista.
Fra pochi giorni, per la precisione domenica 3 luglio presso il Tempio di Giunone nella Valle dei Templi di Agrigento, per la sezione musica, Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone riceveranno appunto, il Premio “Ignazio Buttitta” per l’opera “Vitti na crozza “testo nel quale si ripercorrono le vicende umane e i successi musicali dei fratelli Li Causi. Musica e memoria due componenti essenziali evocate nel libro di Piscopo e Zarcone. Testi e musica come melodiosa espressione poetica, manifestazione di sentimenti d’amore, dolore, sofferenza, così come nella poesia di Buttitta. Il tutto è figlio della tradizione e del sentimento popolare, vera musa ispiratrice di versi poetici e testi musicali.
Giuseppe Maurizio Piscopo attraverso la sua attività di ricerca, il suo impegno continuo, che si materializza in pubblicazioni come questa sui fratelli Li Causi, segue un filo conduttore che lo ha sempre caratterizzato anche nella sua attività di insegnamento: la necessità di non perdere le nostre radici, come essenza di crescita, di progresso e l’approccio multidisciplinare in ogni studio soprattutto come espressione di sostenibilità. Esempio come pochi, di un metodo e tipo di insegnamento che va al di là di ogni riforma scolastica e rimane ultimo dolce miraggio di una scuola che si va perdendo. Sempre nella sezione musica viene premiata Rita Capodicasa per “La Sagra del Signore della Nave da Luigi Pirandello a Michele Lizzi” testo che ricorda la purtroppo dimenticata figura di Michele Lizzi eminente compositore Agrigentino che spesso collaborò con Quasimodo (così come Buttitta). In questo affascinante testo la Capodicasa realuzza una analisi sia dal punto di vista musicologico che letterario
Del resto la professoressa Capodicasa, anch’essa insegnante oltre che deliziosa pianista, esprime quel concetto di interdisciplinarita’ che dovrebbe essere elemento distintivo della buona scuola.
Nella sezione fotografia impossibile non citare “Gente mia”di Gianfranco Jannuzzo. La capacità di cogliere l’attimo, di poter offrire attraverso i suoi scatti un momento di quotidianità, di serenità. Le sue foto sembrano catturare momenti di un mondo perduto, di spensieratezza, in un contesto poetico come il centro storico Agrigentino. Forse quella poesia è trasmessa dall’amore che l’occhio del fotografo riesce a trasmettere ad ogni immagine, l’amore di un Agrigentino per la sua città.
L’incanto della valle splendida cornice per la consegna di un premio prestigioso anche ai seguenti vincitori :
Sezione Poesia: 1° ex aequo: “Vecchiu” di Graziella Torrisi – “Sciumi di paroli” di Rosa Di Martino; 2° ex aequo: “Scinni ca ti vasu” di Giuseppe Bellia – “Nivica” di Salvatore Amico; 3° “Ogni pena passa” di Grazia Dottore.
Sezione Cuntu: 1° ex aequo: “E la pazienza finì” di Valentina Rotolo – “U misteri di nonni” di Vincenzo Campo; 2° “U miraculu di Rocca di Surfaru” di Maria Rosa Vicari; 3° ex aequo: “Ricordu u passatu” di Maria Assunta maglio – “Nfernu” di Giovanni Macrì.
LIBRI
Poesie in italiano: 1° “Stille Fugaci” Ediz. Antipodes di Gioacchino Di Giovanni; 2° “Il restauro delle linee” Ediz. Ensemble di Lorenzo Spurio.
Poesie in siciliano: 1° exaequo: “Petri senza tempu” Ediz. Drepanum di Nino Barone – “Li cosi semplici” Ediz. Il Soffio di Giovanni Grasso; 2° “In anno pestilentie” Ediz. Thule di Mario G. Tamburello; 3° “U cuntu da nascita de Dei” Ediz. I Buoni Cugini di Alfonso Craparo.
Saggi letterari: 1° “Una rilettura del Gattopardo” Ediz. Bonanno di Federico Guastella; 2° “La lingua di Koine” Ediz. JO A.L.A.S.B. di Nino Barone; 3° “Mario Gori” Ediz. Abate di Marco Scalabrino.
Saggi storici: 1° “Quando i Rangers vennero in Sicilia” Ediz. Medinova di Pasquale Cucchiara; 2° “Al destino non si sfugge” Ediz. Fogghi di Santina Paradiso.
Sezione Folklore. 1° “La Pasqua a Lucca Sicula” Ediz. Melquart di Antonio Oliveri
Sezione Musica: 1° ex aequo: “La Sagra del Signore della nave da Luigi Pirandello a Michele Lizzi” Ediz. Sinestesia di Rita Capodicasa – “Vitti na crozza – La storia della musica dei Fratelli Li Causi” Ediz. Lilit Book di Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone.
Sezione Fotografia: 1° “Gente Mia” Ediz. Medinova di Gianfranco Jannuzzo.
Sezione Narrativa: 1° ex aequo: “Le Siciliane” Ediz. Laterza di Gaetano Savatteri – “L’arte della salvezza- Storia di Marck Art” Ediz. Zolfo di Carmelo Sardo; 2° “Tempo dell’anima, variabile e incerto”- Ediz. Medinova di Peppe Zambito.
G. G. C.