Quel treno di Pirandello che aggancia il Libano alla “Strada”
Gli studenti della Scuola di Italiano di Sarba-Nabatieh, in Libano, hanno portato in scena Il popolo libanese ha fischiato, liberamente tratto da Il treno ha fischiato del grande drammaturgo agrigentino. Uno spettacolo che girerà il mondo.
Hanno vinto il primo premio del Concorso “Uno nessuno e centomila” 2020, una borsa di studio del Master di Scrittura della “Strada degli Scrittori” e ora sono pronti a lanciare il loro spettacolo teatrale in giro per il mondo. A Beirut, dove la Cultura non va in quarantena e i Teatri sono aperti, i ragazzi della Scuola di Italiano di Sarba-Nabatieh hanno portato sul palco del Monot Theater (noto anche come Théâtre Monnot – مسرح مونو) Il popolo libanese ha fischiato.
Liberamente tratto da Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello, è stato messo in scena il 12 dicembre.
È la pièce con cui gli studenti di Sarba Nabatieh, municipalità a pochi chilometri dalla capitale libanese, hanno vinto il primo premio della IV edizione del Concorso internazionale “Uno, nessuno e centomila”, che si svolge ogni anno ad Agrigento al Teatro Pirandello, in collaborazione con la Fondazione Teatro, la “Strada degli scrittori”, il Distretto Valle dei Templi, l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo”. I ragazzi libanesi erano attesi ad Agrigento nel marzo scorso, ma proprio pochi giorni prima del loro arrivo sono state sospese tutte le manifestazioni pubbliche e lo spazio di Schengen ha chiuso le frontiere per contrastare la pandemia. Smaltita la grande delusione, sperano di potersi mettere in viaggio per la Sicilia nel maggio 2021 per ritirare il premio. Stanno già raccogliendo i fondi necessari per raggiungere Agrigento ed esibirsi al Teatro Pirandello davanti a studenti e docenti di ogni parte del mondo e dei rappresentanti del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, presenti come ogni anno alle edizioni del Premio. La borsa di studio del Master, invece, è stata fruita a distanza la prima settimana di settembre. Il loro lavoro ha colpito molto la Commissione presieduta dall’attore e regista Gaetano Aronica, il generale Varo della fortunata serie Netflix “Barbari”.
Che cos’ha di particolare questo spettacolo? Non è Belluca, protagonista della novella pirandelliana, ad avvertire il richiamo del fischio del treno. È il popolo libanese che prende coscienza della sua atroce esistenza e si ribella quando sente la notizia della probabile morte del suo Paese, il Libano. Lo spettacolo a tratti anche crudo, amaro, è un’accusa lanciata verso chi si è reso in qualche modo responsabile di disastri ambientali, di causare malattie come il cancro, o guerre, fame, disuguaglianze, persecuzioni. Ma in piena pandemia, con la crisi socio-economica che investe il pianeta, questo spettacolo è anche un’iniezione di fiducia e di speranza. Gli interpreti sono giovani e desiderosi di risvegliare il Libano, così come le coscienze.
Nell’ambito della XX Settimana della Lingua italiana nel Mondo, l’Istituto italiano di Cultura in Libano e il Comune di Sarba Nabatieh hanno collaborato alla realizzazione dello spettacolo. Presenti alla prima le autorità, tra cui il consigliere Giinar Attwi, che ha portato il saluto del ministro della Cultura libanese, così come anche l’ambasciatrice d’Italia a Beirut, Nicoletta Bombardiere, la direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Beirut, Monica Zecca, il sindaco di Sarba-Nabatieh, Elias el Helou.
La regia è stata curata da Ali Bitar e la supervisione è stata affidata alla docente d’italiano, Mona Rizk. Singolare è che il teatro Monot sia accessibile. Testimonia che in Libano la cultura ha lo stesso valore o “peso” dell’economia per la crescita del Paese. A incoraggiare riaperture il fatto che l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva sia sceso dal 90 al 70 per cento. Il numero dei casi è aumentato in seguito alla devastante doppia esplosione al porto di Beirut, che ha causato oltre 200 morti, 6500 feriti e travolto gli ospedali. A marzo 2020 è stato dichiarato il default nell’impossibilità di pagare i debiti a livello internazionale. La valuta nazionale, la lira libanese, (che mentre scriviamo vale 0,00054 euro) ha perso il 60 per cento del suo valore. Più della metà della popolazione non può soddisfare bisogni primari. Ma “Il treno ha fischiato” ripete Belluca. Gli studenti intonano un canto con le tipiche melodie mediorientali: “Libano, Libano, caro Libano/ Noi ragazzi libanesi ti preghiamo/non morire, non morire/svegliati! svegliati!/ Quale futuro ci aspetta?/ Vorremmo te/ Sano / forte / orgoglioso/Tu sei la patria dei Fenici/svegliati! svegliati!”. I ragazzi di Sarba, in questo dramma che li travolge sulla scena e nella vita, emozionano con la speranza, ingenua o forse no, di salvare il loro Paese e l’intero pianeta.
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