Al Caos porte aperte del luogo caro al grande drammaturgo agrigentino. Riproposta la sua vita e le sue opere con un gioco di monitor che costruiscono un vero e proprio viaggio fra miniere e paesaggi, mare e templi, libri e teatro catturando l’attenzione del visitatore.
Delle sue ceneri c’è solo il vaso greco che le conteneva. Ma Pirandello, a 85 anni dalla morte, torna a vivere nella casa dove nacque nel 1867 perché la dimora di contrada Caos, dopo lunghi lavori di restauro, da ieri è un museo multimediale riaperto ai viaggiatori che possono immergersi con applicazioni smartphone e “virtual tour” a 360 gradi fra maschere, volti e personaggi del drammaturgo premiato con il Nobel per la letteratura nel 1934.
Eccoci nella Girgenti che è un po’ Agrigento e un po’ Porto Empedocle. Sulla linea di confine a due passi dalla Valle di Templi. Cuore della Strada degli scrittori, come la chiamano da un po’, “affacciata agli orli d’un altipiano di argille azzurre sul mare africano”. Perché, scrisse Pirandello con i versi sulla sua nascita, qui “una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario…”.
Un pino che ha fatto storia, bruciato negli anni Novanta da un fulmine, poi sostituito lasciando però la pietra che, alla base, custodisce ancora una parte delle ceneri. Una minima parte. Il resto disperso per una folata di vento. Per una svista. O, forse, per un finale pirandelliano. Visto che nel testamento lo aveva invocato: “E il mio corpo appena arso, sia lasciato disperdere…”.
Parole riproposte fra i video d’epoca dalla voce profonda dell’attore Leo Gullotta in una delle sei sale di questa casa museo dove la famiglia Pirandello trovò rifugio per sfuggire alla micidiale epidemia di colera che nel 1867 imperversava in tutta l’isola.
Una storia riproposta con un gioco di monitor che costruiscono un vero e proprio viaggio fra miniere e paesaggi, mare e templi, libri e teatro catturando l’attenzione del visitatore. Come ieri pomeriggio è accaduto al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà, a quanti si muovevano per l’inaugurazione in un ambiente dove la tecnologia permette di avvicinarsi alle pagine, alla vita, al travaglio di Pirandello. Appunto, fra testi e immagini che avvolgono in una trasposizione multimediale fedele ai contenuti indicati da Sarah Muscarà ed Enzo Zappulla, i due studiosi pirandelliani all’opera sotto la supervisione della Soprintendenza dei beni culturali di Agrigento.
Inizio di un percorso che punta “alla riqualificazione di circa venti case museo di scrittori e personalità, a partire da quelle di Salvatore Quasimodo ed Ettore Majorana”, come ha annunciato Musumeci parlando un impegno di spesa di 70 milioni di euro. Intanto, c’è questa tappa che si aggiunge alla casa museo di Leonardo Sciascia recuperata da un privato a Racalmuto fra le parrocchie di Regalpetra. Due passaggi obbligati della Strada degli scrittori ieri richiamata da Musumeci. Popolata da tanti romanzieri di prima grandezza, a cominciare da Andrea Camilleri che, come Pirandello, si muoveva fra i vicoli di Porto Empedocle dove il padre del Commissario Montalbano conobbe da bimbo il drammaturgo scoprendo una parentela con la nonna materna.
Incroci che contribuiscono ad accendere interesse sull’autore de “I vecchi e i giovani”, il romanzo che nel titolo evoca adesso l’auspicio di catturare visitatori di tutte le età in un luogo non più proibito ai disabili visto che s’è trovato spazio per un idoneo ascensore in una costruzione rimasta integra all’esterno. Circondata da un giardino ben tenuto, la stradella che porta al pino davanti al “mare africano”. Lo stesso che Pirandello ammirerà seduto alla scrivania con la macchina da scrivere, nello studio del primo piano dove (“prima dell’estate”) sarà collocata una sua statua commissionata allo stesso laboratorio inglese che lavora con il museo delle cere a Londra. E non mancheranno raffiche di selfie.
da “Corriere della Sera” dell’11 didembre 2021